martedì 29 aprile 2008

Ammuffiscono i santuari delle Muse.
La materia si disfa e il colore si annacqua.
Gli artigli della percezione affondano nell’Inconsistenza.
Lo scrittoio sacrale è tumulato nel muro ripulito,
la coperta imbiancata custodisce l’Inaccessibile,
il Deserto privo di vento si spalanca al mio abisso,
le Furie gaudenti volano a mezz’aria
mentre Crono cessa di sbranare i suoi figli.
Si decompongono le parole,
le lettere sono inghiottite dalla turbina dell’Indefinito.
Sbiadiscono le vestigia dell’Ira.
Attoniti tacciono dei carmi i corifei.
Spettrale si svela la Notte dagli ululati lunari,
ma il Giorno luminescente
distilla la Speranza in gocce di follia perspicua.

domenica 27 aprile 2008

"NON POTER PRENDERE A LUNGO SUL SERIO I PROPRI NEMICI, LE PROPRIE SCIAGURE, PERSINO I PROPRI MISFATTI- E' IL CONTRASSEGNO DI NATURE VIGOROSE, COMPLETE, IN CUI ESISTE UNA SOVRABBONDANZA DI FORZA PLASTICA, IMITATRICE, RISANATRICE E ANCHE SUSCITATRICE DI OBLIO(...) UN TALE UOMO CON UN SOLO STRATTONE SI SCUOTE DI DOSSO (...) MOLTI VERMI CHE IN ALTRI INVECE FANNO IL LORO COVO"

FRIEDRICH WILHELM NIETZSCHE.

domenica 13 aprile 2008



Erotiche discrasie.

Si alzò solo dopo aver valutato il bianco del muro. Pensò ancora un istante a lei. Poi decise che il bianco gli sarebbe bastato, almeno per quella sera. Piantò Crowds, dei Bauhaus, nello stereo malconcio e iniziò a girovagare nella stanza seguendo vagamente il ritmo della melodia. ... What do you want of me What do you long from me? ... Si accostò alla finestra e scorse un cane scoliotico zigzagare fino a un palo. Spiò il brillare della sua urina. E gli venne in mente il sole che non c’era. Desiderò ardentemente, inconsciamente, il freddo della neve. Una nostalgia fugace tentò di immobilizzarlo, mentre nuvole senza colore rendevano opachi i suoi occhi di carta. ...What do you make of me/ What can you take from me /Pallid landscapes off my frown /Let me rip you up and down /For you I came to forsake /Lay wide despise and hate…
Inutilmente cercò di comprila di bianco, di scaraventarla nel cestino ghiacciato dell'oblio. Aveva nella testa il suo pallido viso da gatto. Nelle vene pulsava qualcosa di lei. Qualcosa di indecifrabile, che non era solo una sensazione né esattamente un pensiero. Forse era una voglia, pensò, incontenibile. Un’ immagine gli si parava di continuo davanti. C’era lui che la baciava, afferrandola con la mano sinistra dietro la nuca, lei ricambiava con passione. Gli leccava la lingua come fosse una cagna. Lui aveva l’indice e il medio della mano destra conficcate in mezzo alle sue gambe frementi, le muoveva con decisione e intuitivamente; lei era nuda e bella come è bella una donna bagnata di piacere. Anche lui era eccitato, lo percepiva chiaramente, anche grazie al ginocchio sinistro di lei che pressava con decisone sul suo sesso coperto. Con le mani lo avvinghiava a sé come fosse suo figlio, più che il suo amante. Lui percepiva il suo desiderio, se lo sentiva addosso, ne era fradicio fino alle ossa.
... For you and your stimulations/ Take what you can of me... La devo avere, disse a se stesso. Ma non ci credeva veramente. La percepiva così lontana da essere incommensurabilmente vicina e così vicina da essere perdutamente lontana. Ne faceva esperienza con l’immaginazione, ma gli mancava l’essenza della sua saliva.
Non restava che il bianco nel muro e un pensiero di erotismo nell’aura dei Bauhaus. Non l’avrebbe mai avuta pensò.
... I'll still be here as strong as you /And I'll walk away in spite of you /And I'll walk away /Away /Walk away ...


Era distesa nel letto mentre i suoi liquidi occhi valutavano il bianco. Il cuore intendeva scappare tramite la bocca. Sembrava che solo lo stretto foro della gola gli impedisse di farlo. Lo stomaco pareva svuotarsi all’improvviso per poi tornare a gonfiarsi di dolore.
Era nuda dal pube in giù, solo un filo di slip, candido di lavanda. Un maglione di quelli lunghi, anch’esso bianco e leggero, non bastava a occultare la bellezza. Pensò che non avrebbe potuto averlo. Che non sarebbe stata sua. Eppure avrebbe voluto averlo tra le mani in quel momento. Sfregarselo addosso fino a morirne. Avrebbe voluto accarezzarlo in ogni parte del suo corpo. Frizionarselo dentro. Avrebbe voluto leccarlo nella bocca. Vedere la sua anima venire. Avrebbe voluto bere tutto il suo sapore, banchettare avidamente con la sua carne, col suo silenzio, senza più paura.
Non aveva che le sue magnifiche mani e qualcosa di indecifrabile, che non era solo una sensazione né un pensiero. Ma una voglia incontenibile, pensò, di averlo. E non l’ avrebbe mai avuto pensò.
... I'll still be here as strong as you /And I'll walk away in spite of you /And I'll walk away /Away /Walk away ...

giovedì 3 aprile 2008


ARTIFICI

Rastrello le molliche del Miraggio
fabbricando chimere d’artificio,
sorseggio il tuo tangibile profumo
e palpo la mancanza
mentre ingollo la bellezza.

Ti ho perduta nella comparsa
e posseduta nella scomparsa
conosciuta nell’Eternità
e smarrita nella contingenza.

Ti ho adorata nel palpito
e maledetta Domani
disattesa nel presente
e penetrata per sempre.

Mi alimento di onirici avanzi
vezzeggiando la grazia di un’eclisse predetta
lambisco Nostalgia
nel tuo sguardo raccolto.