Ho pensato ai miei morti oggi. Al loro sguardo di cristallo. Al fiato andato.
Allo sfondo opaco delle foto, alla scacchiera del pavimento antico. All'artefatta ieraticità di mio bisnonno travestito a festa, al suo inamidato gilè nero, alla camicia troppo pulita priva del colletto. Alla Scacchiera. Allo Sfondo.
Ho pensato ai miei morti oggi.
All’aura del conio che il Nulla sovrano sconfessa.
A una guida vetusta irradiata d’oro volgare, srotolata fino all’Ingresso.
A un fazzoletto corvino su un capo canuto. Alla buccia delle arance raggrinzite intorno al camino. Al fumo delle lacrime. Alle rughe di mani ossute. All’odore della casa fatta di roccia, al sapore della sua acqua senza età. Al vov dell’Ospitalità, alla buonanima di mia nonna.
Ho pensato ai miei morti oggi.
Agli occhi di mio padre nello specchio qua di fronte, ai miei nel viso di mio nonno ricopiato.
Ho pensato ai miei vivi oggi.
Allo sfondo opaco delle foto, alla scacchiera del pavimento antico. All'artefatta ieraticità di mio bisnonno travestito a festa, al suo inamidato gilè nero, alla camicia troppo pulita priva del colletto. Alla Scacchiera. Allo Sfondo.
Ho pensato ai miei morti oggi.
All’aura del conio che il Nulla sovrano sconfessa.
A una guida vetusta irradiata d’oro volgare, srotolata fino all’Ingresso.
A un fazzoletto corvino su un capo canuto. Alla buccia delle arance raggrinzite intorno al camino. Al fumo delle lacrime. Alle rughe di mani ossute. All’odore della casa fatta di roccia, al sapore della sua acqua senza età. Al vov dell’Ospitalità, alla buonanima di mia nonna.
Ho pensato ai miei morti oggi.
Agli occhi di mio padre nello specchio qua di fronte, ai miei nel viso di mio nonno ricopiato.
Ho pensato ai miei vivi oggi.