(Foto di Ilaria Diana)
Spolverizzo rugiade di pleroma
nel kenoma sbavato di oblivione
mentr'avvolgo d’alma primizie
dorato di te
alla fine di un tempo non mio
ove sdrucciola l’ombra di dio
e mi lascio nei tuoi laghi straniti
tra gli abbagli di Sempre e i dolci spacchi di Mai
intra carmi di carne esangui
invanito, spregato di poesia.
3 commenti:
È il gioco carnale del Sempre e Mai, della ‘ricreazione’ del dio dal quale essi trascendono riformandolo a loro immagine.
È il dio vestito di sensi. Di sangue. Di pazzia proclamata e calore per la vita.
Ovunque la vita possa attecchire nel freddo.
Molto bella.
...una bella e calzante interpretazione, ti ringrazio...
leggere l'intero blog, pretty good
Posta un commento