Ho frugato la rossa ferita delle sconfitte raccattando cartacce per rifare il sole, mostri di emozioni e freghi di sogni nel bianco disdegno del disegno che strangola il fiato quando la luce decolla. Le viole si aggrinziscono graziando la terra tenebrosa in cui olezzate falene segnano il fuoco. L’asfalto insanguinato di errori rotola sotto i miei piedi nella notte dei dubbi che addormenta la salvezza in un sorriso d’amicizia. Alla ricerca di muse sparute si trovano chimere impensate. Per questo ho chiuso gli occhi suoi tuoi, nel cimitero dei carmi in attesa del buio.
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