Fermo è il tempo nel volo dell’addio, mentre tuona il brillore dei tuoi fiori straniti e sul foglio migriamo per non seccare. Nel dipinto di aprile, in un cascare ascensionale contro tutto il vostro mondo che non è carta. Il ritorno che plana nel raggiare eterno di un ciao. Ciglia d’inchiostro e rosati papiri di pelle, rotonde lettere di te, al crepuscolo, in riva al nero oceano del non detto, dopo ogni cosa che sarà, con un sorriso che danna i salvati.
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