Che scrivere ancora smeraldo di occhi, il massimo non è dopo, non abbiamo mai fatto nulla di nuovo, rubini di illusione, nulla di nuovo, scintilla che riflette il sole, ma una sola volta, in una trottola che non ci scardina da alcuna colpa. E se crescere fosse decrescere, ammuffire, svegliarsi in un sonno più profondo, in una nebbia, in un fumo danzante, senza direzione, assottigliare il futuro in un nero che sputa le stelle più sfolgoranti? Solo inutili, variopinte forme e combinazioni, laghi brillanti, moine di madri e femmine, balocchi, salite e perdite, occhi di smeraldo, capelli d’oro, guance di allora, una cosa che è fatta non ha più passato. Rivediamoci com’ero nello specchio che non è mio.
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