giovedì 31 gennaio 2008

Ai miei morti


Ho pensato ai miei morti oggi. Al loro sguardo di cristallo. Al fiato andato.
Allo sfondo opaco delle foto, alla scacchiera del pavimento antico. All'artefatta ieraticità di mio bisnonno travestito a festa, al suo inamidato gilè nero, alla camicia troppo pulita priva del colletto. Alla Scacchiera. Allo Sfondo.
Ho pensato ai miei morti oggi.
All’aura del conio che il Nulla sovrano sconfessa.
A una guida vetusta irradiata d’oro volgare, srotolata fino all’Ingresso.
A un fazzoletto corvino su un capo canuto. Alla buccia delle arance raggrinzite intorno al camino. Al fumo delle lacrime. Alle rughe di mani ossute. All’odore della casa fatta di roccia, al sapore della sua acqua senza età. Al vov dell’Ospitalità, alla buonanima di mia nonna.
Ho pensato ai miei morti oggi.
Agli occhi di mio padre nello specchio qua di fronte, ai miei nel viso di mio nonno ricopiato.
Ho pensato ai miei vivi oggi.

giovedì 17 gennaio 2008



Anaile


Cosa è rimasta?
Una goccia bianca
Di abortita speranza.


E’ solo il risveglio della Neve.


Cosa è rimasto?
Il caldo bisbiglio nei frammenti del Ricordo.
Il respiro della gioia crocifisso ai tuoi occhi.

E’ solo il risveglio della Neve.

Bizzarri capricci e guglie di inibizioni nel seno della Notte.

E’solo il risveglio della Neve.

Il mantello della volontà e barbagli di nebbia.

Il risveglio della Neve.

La chimera che ti contiene e una veste succinta.
Eruzioni abissali e azzardi di carezze.

Il risveglio. La Neve.

giovedì 10 gennaio 2008


Declino Ante Rem.


E’ presto perché arrivi la tristezza. Forse il sole non è giunto neanche a metà del suo monotono cammino.

La testa cede prima dei capelli e il povero cuore prima della carcassa che lo nasconde.

E’ presto per naufragare nel mare imputridito delle aspettative.

Cupi fossati sulla carne del viso e un baleno di nostalgia sotto la panna protettrice dello sguardo.

E’ presto per non pensare più a te. Presto per pensarti ancora.

E’ presto per trattenere la vita.

Presto per mangiare il cervello e bere il sangue della Fenice.

E’ presto perché arrivi la tristezza.