mercoledì 30 luglio 2008

L'amore in potenza


Due abissi e un sorriso enigmatico nel silenzio di una festa allegra solo per gli altri. Una discrasia molto più fatale di quanto possa avere l’illusione di presentire. Uno iato che cela se stesso nella orgogliosa accettazione di ciò che realmente io sono. Non mi supero. Non perdo l’identità insondabile fomentata nello Spasimo del Tempo.
Un Desiderio che rimira se stesso nello specchio fedele e cinico del Silenzio inoffensivo.Un’implosione devastante e alienante, erede dell’energia che vorrebbe polverizzare i confini dell’Aldiqua interiore, prigioniero e protetto. Condizionale patetico che per essere vero muore nella propria tragica epifania.
Assenza che si custodisce per sublime autoconservazione. Tensione che nell’autistica afasia assume le sembianze dell’ artistica Angoscia priva di oggetto.
Due abissi oscuri imprigionano il tempo.
Fagocitato è lo spazio dagli equivoci fondali del Sorriso.
Fermo contemplo me stesso.

lunedì 28 luglio 2008

Una festa inutile

Uomini di luce si aggirano sorridenti nel palcoscenico della finzione che rassicura. La mia presenza si trasfigura in assenza. Le meccaniche parole sono la cifra dell’abissale silenzio. Il Silenzio scaturisce dalla volontà ghignante dell’autoisolamento.Un metafisico sentore di paradossale autoaffermazione riempie svuotando di contenuto istanti finalmente senza senso. Ondeggio raccolto al limitare del bancone e il mio estatico bere è una danza solitaria. La grande ombra nasconde il tesoro e lo sottrae alla sfavillante illusione. Glutei e rotondità ataviche decorano il mondo di decenza e Dolore. Al di qua dell’autocompiacimento sociale un io apolitico ricama sorde parole.L’incapacità è figlia di un desiderio più forte. I falsi nel palcoscenico del Nulla Rassicurano.

giovedì 17 luglio 2008

Parole

Siamo solo parole
fermenti provvisori di Eternità latenti
terraglia argillosa di nebulose avite
acquarelli discreti del gaio Dolore.
Siamo il cinema di dèi beffardi
il licenzioso trastullo del Nulla abulico
abbracci di cuscini imperlati
sussurranti silenzi ricolmi di coralli
e sogni teneri di notti guardinghe
che sacrificano il sole a bellezze oscure.
Siamo parole
lettere che seguono lettere
congiunzioni nel malinconico Ritorno
ponti del Silenzio.
Siamo isole di monogrammi e continenti di morbidi verbi
fondi tagli di inchiostro nel tacito Foglio del Fato.
Siamo solo Parole

impiccate alle righe del Mistero.

mercoledì 2 luglio 2008

Tattili poeti

(Opera di Gianluca Melis)

Camminiamo in punta di dita
alla fine della sera tediosa
quando le angosce declinano col giorno
e il vento si quieta lungo il firmamento sbrodolato di stelle.
Vegliamo su emozioni sovversive
custodendole in casseforti di parole
per evitare che facciano a brani il nostro tattile cuore.
Battezzati da aurore brizzolate
rovistiamo tra reliquari di verbi
per trattenere il Tramonto nel Bianco.
Camminiamo sul ciglio della disperazione
seminando briciole di canti
alla ricerca dell’Amore.
Passeggiamo sull’asfalto saturo di sole
strafatti di sudore interiore
inseguendo la suggestione
che trasfiguri in bellezza il dolore.
Camminiamo in punta di dita
con le unghie grattugiate dal vizio
andando incontro agli araldi della follia
per agghindare la vita di grazia e di poesia.