domenica 29 giugno 2008

Dall'eterno Silenzio



Sprofondo nel friabile giaciglio del Silenzio
tra boccioli di rinsecchite astromerie
e ghirlande di garofani sgualciti.
Rovina su me il lezzo antico di ricordi avvizziti.
Osservo la contrazione del cielo brillante e,
dal minuscolo oblò di libertà,
che non ancora mi condanna alle radici,
intravedo il tuo caro e intenso viso.

Fiotti di fiori marciti stramazzano sui miei occhi
e non respiro che il rosso del perenne concime.
Squadro dall’Alto inutile il Pathos e stille tardive
sulla bara dei ferali e morbidi incanti.
Dalla carne beata bandito beccheggio
in deserto di larve sottili che rimpiangono il peccato.

Ti ricerco anche qua. Ma è là che ti ho persa.
Ti ho persa là. E ora sorrido.

Sono morto.

Sorrido.

E dall’eterno Silenzio
t’ assolvo.

domenica 15 giugno 2008

IL VAMPIRO

Ho svenduto bibbie an-estetiche
a cessi disperati di birra limacciosa
e nel putridume di crateri s-fumanti
ho rivangato le zolle dell’elitaria afonia
viziandola con spastiche metonimie e anacoluti s-figurati.
Mi domando se un incastro di lubrica carne
possa flagellare vergini titubanze autolesioniste.
Reietto in arcipelaghi di corpi copulanti,
tra Sospetti impalati e abusate Idee,
ho sete della tua anima cedevole.
Eppure mi ubriaco di Sangue plebeo
mentre godo di morire
per poi succhiarti risorto nella S-Gloria.

sabato 7 giugno 2008

Vaticinio notturno

Te ne andrai pezzo per pezzo
mentre riposo nel fragore della pioggia vermiglia
e interpello l’Iride veggente del mio cane bastardo.
Te ne andrai nei particolari,
pezzo per pezzo,
sbiadendo nell’astrazione,
inumata nel bianco senza ritorno.

Te ne andrai pezzo per pezzo,
insieme alla grazia che il tempo non risparmia,
con un lembo del mio cuore infilzato
da scorticare in faccia ad uomini-fanciulli,
in una contrada remota dimentica di me.

Te ne andrai pezzo per pezzo,
scarlatta pioggia nella pioggia,
lungo il fiume dell’Indistinto,
strascinando faville di sguardi,
macellando chimere di lusinghe
nel mattatoio della impudica Ananke.


Te ne andrai pezzo per pezzo
con i jeans della spensieratezza
e il corto giubbetto della leggerezza,
obliandomi tra ragnatele di lemmi,
in uno schermo diroccato e cinereo,
inerte mummia di stucchevoli Parole.