sabato 30 agosto 2008

Lampi di eternità furiosa

( Paolo Caddeo, Coscienza, tecnica mista su cartone telato, 30x40 cm)

Cilici di Tenerezza sull’anima brulla di poesia
sventrano fonemi migliori del mio Viaggio.
Mani di panna osano eccitazioni
e disinfettano i pori dell’Incanto.
Carezze di velluto sulla pelle avida di gioia.
Caligine di Verità i tuoi occhi fantasticanti in una stanza buia.
I necrofori di Ieri allestiscono le esequie del Rimpianto e
sogni adolescenti bussano alla porta del cuore attempato.
I nunzi della Voluttà falciano le messi dell’Attesa.
Barbagli di carmi mondano l’aria dalle macchie dell’Atarassia
e vagheggio scompigli più abissali della Quiete,
fremito di doglie e faville di Assoluto.

giovedì 21 agosto 2008

Accidia e Verità

(Dipinto di Paolo Caddeo, L'uomo dei due soli, mista su lamierino.)

Ho vomitato grumi di Dolore
dal davanzale dei tuoi occhi infradiciati di voglia.
Sotto lo scialle arcano dell’Oblio
ho appagato la mia sete di tellurico Silenzio
sigillando le gravi ante dell’Accidia
prima che appestasse tutto il mio Sentire.
Le fugaci Grazie del Tempo
ho affidato a parole migratrici
interpretando auspici di Eternità
oltre i cieli inquieti della Percezione.
Naufragando nelle tue vene tumide di vita
ho s-velato albori di Innocenza
sul viso gentile levigato dalla bramosia.
Mi sono ridestato madido di Verità
alla luce dei tuoi occhi bambini.
Affondati gli scafandri dell’Aldiqua
ti ho posseduta dolcemente
un attimo prima
che il tenero Nulla
mi espugnasse per sempre.

sabato 9 agosto 2008

Morto di parole


Sono morto in un letto di libri
seppellito tra parole cobalto
su guanciali di fogli ingialliti,
inchiodato a pagine ferite
da scarlatti punti marmorei.

Calato in un tumulo di calligrafia, oleato con inchiostro profumato di Illusione, mi hanno imbalsamato in versi piramidali dentro l’urna del Vuoto Pacificatore.
Hanno acceso candele per inscenare la danza della mia anima furente.
Hanno acceso litanie, degli Avi esoterici carmi, per imbellire la loro sete di Speranza.
Ho visto pozzi neri nel sudario del Silenzio, il Nulla che stinge in cavità senza fondo dal contorno dorato, i tarli del legno e isotteri nichilisti gozzovigliare con la carta marcita. Dalle orbite forate di oscurità fuoriesce il lombrico della futile Maldicenza. Ho riempito la bara luccicante dei miei giocattoli migliori, delle foto e dei ricordi, degli amori e degli odi.

Sono morto in un talamo di libri
mentre ti scrivevo al chiaro di luna
esorcizzando la Bellezza
che interdice l' Addio.