mercoledì 27 febbraio 2008



Molto più forte.

Ti svegli saggiamente ricoperto di Neve.
Le Ombre vorticano murate nella Notte.
Come luccica il mondo stamani!
Sfavillante Oggettività!
Hai la forza per affrontare la Realtà.
E anche quella per trasfigurarla nella Scrittura.

[- Non hai paura della tua forza?
- La temo più della debolezza, ma ne sono invaghito.
- Capisco, io sono invaghito della debolezza.
- Ma sono umani questi valori?
- Lo sono troppo. Determinano per negare.
- E' proprio così, “negazione è ogni determinazione”]


Stragodi del tuo dolore durante il dionisiaco annebbiamento.
Vieni nell’irrealtà.
E domini il reale già a partire dal primo apollineo bagliore.
Ti inabissi nella tua e nell’altrui debolezza.
Valuti l’onirico futuro.
Giudichi la relatività del tempo e quella dei sogni.
Ti inerpichi nella Lussuria dell’Impossibile.
E non perché ti illudi: prendi lo stesso ciò che non avrai. Osservi un viso immoto che assume espressioni eventuali.
Sprofondi dentro la carta elettronica frugandole il sesso.
Ti unisci a ciò che non c’è stringendo un patto con la fantasia.

Una valanga di ghiaccio strascicherà tutto a valle e anche i vaneggiamenti virtuali saranno Neve in una sfera perduta.


I fiori sbocciano da soli, tutti figli della stessa terra.

sabato 23 febbraio 2008



Ciò che è profondo ama la maschera”
(F.W. Nietzsche)

Amor fati.

I raggi fustigano con sadica voluttà la spianata traboccante d’oro.
Il mare meraviglioso si staglia davanti al verde del mio sguardo.
Le oscene sirene balbettano litanie. Neppure le ascolto oggi. Crepo invece dal ridere.
L’orizzonte è lontano. Ma io sono sicuro.
Amor fati è l’eroico segreto.
L’essenza è nell’attimo, non nella teoria, tanto meno nella psicologia.
I frammenti hanno senso in se stessi, non sono costruzioni mentali destinate a durare.
Archetipi risorgono nel Ciclo, ma non sono “questo qui”.
La spiaggia si trasfigura in deserto, il deserto in radura ghiacciata, il ghiaccio in potenza gaudente.
Io gioco col mio dolore. E in questo foglio lo esilio.
Amor fati è l’eroico segreto.

venerdì 22 febbraio 2008



La vita e l’inchiostro.

Bevo il caffè della Dimenticanza
Tuttora rigonfio di Buio
Conficcato nella Città spogliata.

Mi sveglio peggiore delle mie parole con i sogni ancora nella pancia.
Sono rovinato nella Tristezza lungo la tovaglia di Ieri seviziata da incorreggibili relitti.
Sono in fondo solo una voglia della realtà nel mondo che preferisco.
Lasciatemi libero dove sono migliore. Non possiedo la foggia dei vostri desideri perfetti.
Sono solo un gradevole vapore, un flebile contorno, un gesto di penna, un punto e una virgola.
Lasciatemi affogare nell’inchiostro inebriante dell’ autistica emozione, cosa avete da barattare?
La vita a cui vorreste vincolarmi è un guazzabuglio di riflessi, uno specchio andato in pezzi e io gioco con le forme, Figura tra le Figure.
Costruisco più Silenzio tra una parola e l’altra dentro questo foglio; faccio molto di più in mia solitudine che in mia compagnia.


Bevo il caffè della Dimenticanza
Tuttora rigonfio di Buio
Conficcato nella città spogliata.

giovedì 14 febbraio 2008

Dove corri?
Ti arrenderai all’evidenza. E’ inutile che fugga. Dove vuoi andare? Per svanire ci vuole tempo. E l'incommensurabile steppa, all'interno della quale eternamente germogliamo e trapassiamo, lo sovrasta immensamente.
Ti arrenderai all’evidenza. Non a quella della materia, né a quella che lo sguardo ti procura.
Sai a quale evidenza ti arrenderai. Alla stessa che ha reso me arrendevole.
Un talamo che non conosce la durata, un ricettacolo sacro per la nostra celata sincerità, dischiude ogni volta le eteree e limpide lenzuola.
Ma può temporeggiare ciò che non nasce e non muore?
Dove corri? Perchè ti affanni?
Ti arrenderai all’evidenza, quando l’attesa silenziosa ti straccerà il cuore e il fiato evaderà sotto forma di lacrime senza rimedio dalla grazia del tuo viso trasfigurato nel Segreto.
Quando sarà tardi per l’umano ti arrenderai all’inumano. Molte cose viste dall’alto sembreranno inutili. Così piccole le giudico da qua, così insignificanti, patetiche.
Ti arrenderai all’evidenza. Ti rivedrai nella Luce, là mi rivedrai.
Ti arrenderai quando sarà tardi. Ma sarai soffocata dall’ombrello della paura ancora una volta.
Può forse qualcosa il pianto delle nuvole?
Eppure ti arrenderai.