resta, intatto pallore di carta, ché non
pensi di saper scrivere
e voi che vedo tagliati occhi volate per i vostri evi
– non consoli, non cedi i segni che accogli –
tagliati occhi che scriverò
che da te darò tagliati
occhi e neri come non sapete
e i mondi che vedo lì
fulmineo sguardo
– bianca pagina che raccogli nell’orinatoio
del rimpianto
la purezza inalterata che nessuno
ha o immaginata –
tagliati occhi di tela,
vertigine, spacco, poesia
del notturno annocciolarsi via
raccogli semenze di aldilà
all’imbrunire del brivido bianco
e di un amore senza io, senza occhi.