martedì 27 maggio 2008

Sacrilegio

Ti ho sperata nel tram ingiallito della Malinconia
dentro cui si intrecciano le cure sverniciate delle giovani donne.

Vortici di bouganville violati lungo la strada velata di segni
e aromi di solitudini fra la brezza del profilattico smog.
Disegno l’improbabile bellezza dei tuoi occhi severi
rimembrando il contorno del tuo corpo dannato.

Fluisce la Poesia nelle arterie intricate del Tempo.
La imbullono al mio Verbo e ti s-violo nel Foglio.

Ti sviolo nel Foglio.

venerdì 23 maggio 2008

Sogno d'Inverno

Non sgozzerò teneri agnelli tra la marmaglia cicalante
evocando le alchimie della Corrispondenza.
Non brucerò l’incenso del mio sguardo furtivo
strasperando che il tuo cuore si stravolti.

Non morrò nelle lande della tua pelle brulicante di delizie,
liquefatto nel Senso, inutile goccia dei tuoi psichici umori.
Piuttosto spoglio le mie parole, metto in frigo il mio cuore.
Non vegeterò nel recinto dell’Alterìgia
né sarò presenza nell’Indifferenza.
Piuttosto spoglio le mie parole.
Metto in frigo il mio cuore.

mercoledì 21 maggio 2008

Il Tramonto del Mare



Hai cosparso il mio silenzio di sospiri,
e di carnali e immaginari olezzi
hai addobbato il cuore sbiadito.

Hai sventrato le mie inesperte parole
per farcirle d’Incanto
e con crepacci sfondati
hai fustigato i miei verbi incorrotti.

Hai flagellato l’agguerrita Apatia
martoriandola di flashback
e hai giocato con l’Abbondanza
ridendo del suo autistico straripare.

Te ne sei andata con Bellezza
ripulendomi di Poesia.
Sei ricomparsa al di qua della Ragione
nel momento in cui non eri più Domani.

Hai sprigionato ancora il Silenzio
da dove ascolto il fragore del tuo mare,
e hai liberato la battigia
cospargendola di ori raffinati.

Sei ritornata anche senza volerlo
Nei relitti lungo la riviera,
e ho invocato il Tramonto del mare
desiderando la Carne o l’Addio.

domenica 18 maggio 2008

Questa sera

Ti ho cercata, questa sera.
Tra le strade affollate nella città sfuocata.
Negli sguardi spenti, fra la polvere e le foglie nel grigio vento.
Ho creduto, questa sera, che tu arrivassi chissà da Dove,
a dissipare il Vuoto, l’infinito Vuoto.
Ma non sei av-venuta.
E ancora ho sentito. E ancora ho sentito, questa sera.

Sono morto in un letto ghiacciato.
E le Ombre hanno pianto.
(Scritta nel 2004)

domenica 11 maggio 2008

Aperture.
Ho avvistato derelitte carcasse circuire lo sguardo disilluso e bramoso di bellezze lascive; carrellate di anime forestiere, code di larve sprovviste di albori, schermata di anonimi epiteti, involucri vagolanti nell’elettrico sfaldarsi del Reale. Rammemorando le spore della disvelatezza smarrisco il Silenzio che custodisce la corrosione. La freschezza di saluti definitivi libera respiri alla impudica volontà smaniosa di spazi indefiniti. Le raggrinzite salme delle emozioni zombicchiano meccaniche tra gli ossari sfavillanti del mio cervello contaminato. Le fanfare della bizzarria invitano a banchettare col nobile Inverno. Il siderale ghigno dell’ autocompiacenza cristallizza il volto del Disincanto. Le falene della dispersione presidiano la Notte disseminata di cadute, le ciminiere della indecente Necessità abbuiano il cielo della interiore contrada. E trangugio l’assenzio della Sradicatezza saggiando l’apertura del foglio infinito.