domenica 13 aprile 2008



Erotiche discrasie.

Si alzò solo dopo aver valutato il bianco del muro. Pensò ancora un istante a lei. Poi decise che il bianco gli sarebbe bastato, almeno per quella sera. Piantò Crowds, dei Bauhaus, nello stereo malconcio e iniziò a girovagare nella stanza seguendo vagamente il ritmo della melodia. ... What do you want of me What do you long from me? ... Si accostò alla finestra e scorse un cane scoliotico zigzagare fino a un palo. Spiò il brillare della sua urina. E gli venne in mente il sole che non c’era. Desiderò ardentemente, inconsciamente, il freddo della neve. Una nostalgia fugace tentò di immobilizzarlo, mentre nuvole senza colore rendevano opachi i suoi occhi di carta. ...What do you make of me/ What can you take from me /Pallid landscapes off my frown /Let me rip you up and down /For you I came to forsake /Lay wide despise and hate…
Inutilmente cercò di comprila di bianco, di scaraventarla nel cestino ghiacciato dell'oblio. Aveva nella testa il suo pallido viso da gatto. Nelle vene pulsava qualcosa di lei. Qualcosa di indecifrabile, che non era solo una sensazione né esattamente un pensiero. Forse era una voglia, pensò, incontenibile. Un’ immagine gli si parava di continuo davanti. C’era lui che la baciava, afferrandola con la mano sinistra dietro la nuca, lei ricambiava con passione. Gli leccava la lingua come fosse una cagna. Lui aveva l’indice e il medio della mano destra conficcate in mezzo alle sue gambe frementi, le muoveva con decisione e intuitivamente; lei era nuda e bella come è bella una donna bagnata di piacere. Anche lui era eccitato, lo percepiva chiaramente, anche grazie al ginocchio sinistro di lei che pressava con decisone sul suo sesso coperto. Con le mani lo avvinghiava a sé come fosse suo figlio, più che il suo amante. Lui percepiva il suo desiderio, se lo sentiva addosso, ne era fradicio fino alle ossa.
... For you and your stimulations/ Take what you can of me... La devo avere, disse a se stesso. Ma non ci credeva veramente. La percepiva così lontana da essere incommensurabilmente vicina e così vicina da essere perdutamente lontana. Ne faceva esperienza con l’immaginazione, ma gli mancava l’essenza della sua saliva.
Non restava che il bianco nel muro e un pensiero di erotismo nell’aura dei Bauhaus. Non l’avrebbe mai avuta pensò.
... I'll still be here as strong as you /And I'll walk away in spite of you /And I'll walk away /Away /Walk away ...


Era distesa nel letto mentre i suoi liquidi occhi valutavano il bianco. Il cuore intendeva scappare tramite la bocca. Sembrava che solo lo stretto foro della gola gli impedisse di farlo. Lo stomaco pareva svuotarsi all’improvviso per poi tornare a gonfiarsi di dolore.
Era nuda dal pube in giù, solo un filo di slip, candido di lavanda. Un maglione di quelli lunghi, anch’esso bianco e leggero, non bastava a occultare la bellezza. Pensò che non avrebbe potuto averlo. Che non sarebbe stata sua. Eppure avrebbe voluto averlo tra le mani in quel momento. Sfregarselo addosso fino a morirne. Avrebbe voluto accarezzarlo in ogni parte del suo corpo. Frizionarselo dentro. Avrebbe voluto leccarlo nella bocca. Vedere la sua anima venire. Avrebbe voluto bere tutto il suo sapore, banchettare avidamente con la sua carne, col suo silenzio, senza più paura.
Non aveva che le sue magnifiche mani e qualcosa di indecifrabile, che non era solo una sensazione né un pensiero. Ma una voglia incontenibile, pensò, di averlo. E non l’ avrebbe mai avuto pensò.
... I'll still be here as strong as you /And I'll walk away in spite of you /And I'll walk away /Away /Walk away ...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

due assenze destinate al bianco del muro, non s'incontreranno mai se non nella fantasia o nell'immaginazione.

A. ha detto...

... è perchè si sono incontrate in quella regione che si sono perse al di fuori di essa.E non solo.

Grazie.

Atteone