lunedì 28 luglio 2008

Una festa inutile

Uomini di luce si aggirano sorridenti nel palcoscenico della finzione che rassicura. La mia presenza si trasfigura in assenza. Le meccaniche parole sono la cifra dell’abissale silenzio. Il Silenzio scaturisce dalla volontà ghignante dell’autoisolamento.Un metafisico sentore di paradossale autoaffermazione riempie svuotando di contenuto istanti finalmente senza senso. Ondeggio raccolto al limitare del bancone e il mio estatico bere è una danza solitaria. La grande ombra nasconde il tesoro e lo sottrae alla sfavillante illusione. Glutei e rotondità ataviche decorano il mondo di decenza e Dolore. Al di qua dell’autocompiacimento sociale un io apolitico ricama sorde parole.L’incapacità è figlia di un desiderio più forte. I falsi nel palcoscenico del Nulla Rassicurano.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

il palcoscenico della finzione rassicura, quando non frana....

A. ha detto...

... originale spunto interpretativo, ti ringrazio moon.
E’ bello sguazzare anche tra le macerie del palcoscenico del Nulla.

Anonimo ha detto...

anche affogare o essere sul punto di affogare fra macereie galleggianti e nel momento estremo in cui ti manca l'ossigeno riemergere o...

A. ha detto...

... o sprofondare per sempre nel Glaciale Silenzio.

Ti ringrazio.

Anima triste ha detto...

Siamo inutili comparse nel palcoscenico del Nulla o possiamo creare qualcosa che non ci faccia essere solo apparenze?