In fondo non è che finzione
questo labirinto di doveri che corrodono l’istinto, che porta indietro l’io,
questo io che non sa precedere se stesso se non transumando dove non è, verso
il devo che non ama scacco. In fondo è una ragnatela del cuore, un’àncora che
tiene qua, un ancora-qua, quasi un mai. Io scelgo, in una grotta che mi scava, e
non devo. Ed è solo per Volere che non voglio.
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