martedì 29 aprile 2008

Ammuffiscono i santuari delle Muse.
La materia si disfa e il colore si annacqua.
Gli artigli della percezione affondano nell’Inconsistenza.
Lo scrittoio sacrale è tumulato nel muro ripulito,
la coperta imbiancata custodisce l’Inaccessibile,
il Deserto privo di vento si spalanca al mio abisso,
le Furie gaudenti volano a mezz’aria
mentre Crono cessa di sbranare i suoi figli.
Si decompongono le parole,
le lettere sono inghiottite dalla turbina dell’Indefinito.
Sbiadiscono le vestigia dell’Ira.
Attoniti tacciono dei carmi i corifei.
Spettrale si svela la Notte dagli ululati lunari,
ma il Giorno luminescente
distilla la Speranza in gocce di follia perspicua.

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