sabato 30 agosto 2008

Lampi di eternità furiosa

( Paolo Caddeo, Coscienza, tecnica mista su cartone telato, 30x40 cm)

Cilici di Tenerezza sull’anima brulla di poesia
sventrano fonemi migliori del mio Viaggio.
Mani di panna osano eccitazioni
e disinfettano i pori dell’Incanto.
Carezze di velluto sulla pelle avida di gioia.
Caligine di Verità i tuoi occhi fantasticanti in una stanza buia.
I necrofori di Ieri allestiscono le esequie del Rimpianto e
sogni adolescenti bussano alla porta del cuore attempato.
I nunzi della Voluttà falciano le messi dell’Attesa.
Barbagli di carmi mondano l’aria dalle macchie dell’Atarassia
e vagheggio scompigli più abissali della Quiete,
fremito di doglie e faville di Assoluto.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

atarassia fu la prima parola strana che imparai da piccola.
poi scoprii l'etimologia. io la identifico con la pace dei sensi. nulla più da aggiungere nulla più da togliere.

A. ha detto...

... in senso ermeneutico anche per me è esattamente così. Assenza di tempesta, di turbamento.
Il Nulla, nel quale spesso si alberga, si presenta a volte come incapacità di provare sentimenti conturbanti. A mio avviso, il Nulla, il Silenzio, la meditazione, l'assenza sono esperienze che accrescono l’anima, se così la si vuole chiamare.
Ma solo se prima si è stati travolti dalla tarachè dell'esistenza.

Ti ringrazio per la tua profonda riflessione. Un saluto ricolmo di vita.

Anonimo ha detto...

ehhh ciao
ricambio il saluto.