stirerò
questa mattina di polietilene sino allo strappo dove fuggirà la luce, dei merli sopra
il filo ogni folle geometria e il tempo coi suoi vani giri di frusta e poi
nulla, un intrico di flaccidi polimeri, così lo spazio amato e ogni secondo di
voi, il giudizio degli avi e dei futuri evi, in uno stropicciamento
contratto – e io, nella svelatezza del
non, complicato – senza un cuore imposto.
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