
Spolverizzo rugiade di pleroma
nel kenoma sbavato di oblivione
mentr'avvolgo d’alma primizie
dorato di te
alla fine di un tempo non mio
ove sdrucciola l’ombra di dio
e mi lascio nei tuoi laghi straniti
tra gli abbagli di Sempre e i dolci spacchi di Mai
intra carmi di carne esangui
invanito, spregato di poesia.
3 commenti:
È il gioco carnale del Sempre e Mai, della ‘ricreazione’ del dio dal quale essi trascendono riformandolo a loro immagine.
È il dio vestito di sensi. Di sangue. Di pazzia proclamata e calore per la vita.
Ovunque la vita possa attecchire nel freddo.
Molto bella.
...una bella e calzante interpretazione, ti ringrazio...
leggere l'intero blog, pretty good
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